Dedicarsi
agli altri attivamente, proporre iniziative e costruire dal basso il mondo in
cui si vorrebbe vivere, con queste aspirazioni vengono ideate le associazioni
di volontariato. In questi giorni è stato reso noto il primo report cosentino a
proposito dell’associazionismo locale andando a indagare il trend che le
organizzazioni di volontariato registrano sul territorio e un confronto con i
dati nazionali. Sono molte le curiosità che emergono a proposito del mondo dei
volontari cosentini: quante sono le associazioni, quali i settori di maggiore
interesse e, ancora, qual è la divisione di mansioni per genere all’interno
delle organizzazioni cittadine ed altre ancora. I dati messi in luce dal Centro
servizi volontariato di Cosenza evidenziano un andamento in controtendenza
rispetto al report nazionale: se a partire dal 2007 la media italiana descrive
una costante diminuzione del numero di organizzazioni di volontariato
costituite, nella provincia bruzia gli ultimi tre quinquenni registrano invece
una costante crescita tanto che dal 2011 al 2015 sono state costituite 206
realtà equivalenti al 35% del totale con una crescita del 6% rispetto al
quinquennio precedente. Dalla lettura del documento si scopre che la prima
associazione in città è sorta a partire dal 1941, anno in cui viene fondato il
CAI Club Alpino Italiano Sezione di Cosenza, mentre per la seconda e la terza
realtà ci vorranno il 1950, anno in cui apre il Centro Italiano Femminile della
Provincia di Cosenza, e il 1960 per l’Avis. I settori con cui viene diviso il
Registro regionale del volontariato in Calabria sono il sociale, il sanitario,
ambiente, protezione civile e cultura, ciascuno dei quali articolato in
sottosettori. Il 55% delle 117 organizzazioni di volontariato presenti in città
si occupa dell’assistenza sociale e sanitaria; una percentuale che, nel
territorio provinciale sale al 74%, mentre al 12% si colloca il settore
“Protezione civile”, e “arte” e “cultura” si attestano entrambe al 7%. Il
report prende anche in considerazione la presenza o meno delle associazioni sul
web, in particolare si fa riferimento all’esistenza di un sito internet (in
città sarebbe il 25%), di una casella e-mail mentre per la prima volta annuncia
che negli anni a venire saranno raccolti dei dati provenienti anche dai social
network. Curiosità dal punto di vista del genere: nell’area urbana si registra
che le donne governano le OdV nel 53% dei casi e gli uomini nel 47%, un trend
diverso rispetto a quello nazionale e anche dai dati del territorio provinciale,
in cui prevale la presenza maschile nella rappresentanza legale delle
associazioni. Non è l’unico aspetto su cui ci si differenzia: per quanto
riguarda la denominazione delle associazioni, infatti, sul nostro territorio il
termine più frequente è, proprio, “associazione” seguito da “volontariato” e
“volontari”, tanto che si registrano nel nome 64 ricorrenze per volontariato
(11%) e 55 per volontari (9%) mentre nel report nazionale il termine
“volontari” compare più volte di “volontariato”.
Articoli di attualità e di cultura e, poi, un progetto personale: "Sogni in un Pugno", per parlare di quelli che ce l'hanno fatta. Non a diventare famosi o a prendere l'Oscar: semplicemente a trovare una strada mentre tutto sembra tenebre e tempesta.
giovedì 24 marzo 2016
Associazioni di volontariato, il trend cosentino
Articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud.
Etichette:
associazioni,
Calabria,
Cosenza,
gazzetta del Sud,
Sud,
trend,
volontariato
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento