Polemiche sui travestimenti per Carnevale anche in
città: non era bastato il costume da contadino che riprendeva il look del
protagonista di un triste e noto fatto di cronaca: su un sito di acquisti on
line per alcune ore è stato messo in vendita l’abitino da profugo nella
variante maschile e femminile. Il risultato anche a Cosenza è stato di
incredulità e indignazione. «Sono sconvolta! La trovo un'idea solo
pubblicitaria, sadica e davvero di poco gusto - commenta Romana Cirillo, mamma
di Elisasofia – travestirò la mia piccola da fata: i bimbi devono imparare da
subito che le vere favole possono esistere nella vita reale, ma non lo faranno
travestendosi da profugo». Sulla stessa lunghezza d’onda Sandro De Luca, papà
di Aurora e Arianna: «Dopo la bambola down, ammesso che sia vero dato che l’ho
letto sui social, ormai non mi meraviglio più di nulla! Le mie bimbe saranno
travestite da coccinella e Minnie». “A Carnevale ogni scherzo vale”, ma il
marketing sul dolore e sulla cronaca nera non è propriamente una spiritosaggine.
«Mi piace pensare che sia uno scherzo, ma anche così non mi fa ridere! È tutto
così marcio... – parla con amara ironia Simona Zaccaria - travestiamoli anche
da persone di colore, da gay o lesbiche, insegniamo ai nostri figli la cultura
del diverso, no? Questo è il mondo in cui non voglio che mia figlia cresca...
Io travestirò la mia bimba da Biancaneve e continuerò a spiegarle che di fronte
a Dio siamo tutti uguali (compresi gli animali)». Dello stesso avviso un’altra
mamma, Valentina Multari: «Sono sconvolta...a mio avviso è una forma di
razzismo! Che tristezza. La mia bimba ha 19 mesi e la travestirò da coniglietto
rosa». Le mamme e i papà si soffermano anche sui motivi che possono essere alla
base della commercializzazione di questo travestimento: «Probabilmente l'intenzione era quella di ottenere la massima
visibilità, o almeno lo voglio sperare – a commentare così Domenica Biondo - io
penso che ci stiamo evolvendo in maniera sbagliata perché non accettiamo esseri
umani al di fuori dei nostri canoni. E cosa insegneremo ai nostri figli? Che i
poveri bambini sfortunati che sbarcano qui da noi troveranno derisione anziché
un amico? Che i loro coetanei a carnevale si travestono da persone sfortunate? Io
– continua Domenica - sono una mamma alternativa, travestirò mia figlia di 15
mesi da sposa punk, le sto preparando io stessa il vestito e ne farò uno uguale
per me». «Non ero a conoscenza di questo look, spero sia un falso – a dirlo
Simone Malizia, papà di Beatrice – la mia bambina questo Carnevale sarà la principessa
Leia di Star Wars». C’è anche chi si sofferma su quanto possa essere
diseducativo, morboso e sbagliato unire il dolore di un profugo al carnevale:
«bel modo di far comprendere la gravità dei problemi ai bimbi – commenta con
sarcasmo Luana Torchia - disgustoso chi lo ha ideato. Spero solo che nessuno lo
abbia anche solo preso in considerazione come possibile travestimento». Anche
Rita Carbone, mamma di Eugenio, rivolge il suo pensiero ai profughi, quelli
veri: «la trovo una cosa
triste e anche vergognosa, pensare di vedere mio figlio vestito da profugo mi
fa piangere il cuore: parliamo di gente disperata che cerca di scappare da una
guerra in cerca di un futuro migliore, con un altissimo rischio di morte. Quanti
ne muoiono? Non dimenticherò mai l’immagine del piccolo bimbo siriano morto
sulla spiaggia, i profughi non dovrebbero esistere così come la guerra e la
fame e tanto meno vestiti di carnevale da profugo!».
Nessun commento:
Posta un commento