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lunedì 14 marzo 2011

Il valore del Sacrificio

di Bruna Larosa


Una passione che invade la vita di tutti i giorni e dei valori, quali rispetto e amicizia, che cambiano davvero il modo di vivere le proprie giornate. Queste qualità, valide per la vita sono indispensabili per praticare in maniera sana uno sport, soprattutto quando il contesto particolare e generale farebbe venir meno la tenacia a tanti. È palese che la passione per lo sport, quando è sana, è importante da coltivare, soprattutto nella nostra regione che di fatto non offre ai suoi giovani molte opportunità e valvole di sfogo per la loro esuberanza. Ci sono, poi, dei casi speciali in cui alla passione si accosta il talento per ciò che si fa e si può iniziare a pensare che il ‘giocare a calcio’ possa portare a qualcosa di più. È questo il caso di Ivan Barreca un talentuoso ragazzo della Piana di Gioia Tauro, che gioca con impegno e passione nella Taurianovese. Le sue azioni intelligenti in campo e l’umiltà con cui vive il gioco di squadra fanno si che venga considerato l’idolo calcistico della zona.



Ivan, quando ha scoperto di avere questo talento per il calcio?
Il talento per il calcio è emerso fin da piccolissimo, già dall’età di sei anni mentre giocavo nel cortile sotto casa con mio fratello e i miei cugini. Così mi hanno iscritto alla scuola calcio del mio paese, Taurianova e qui, di tappa in tappa, ho affrontato le varie categorie :primi calci, pulcini, esordienti, giovanissimi, allievi, e prima squadra.

In quale squadra gioca attualmente e che ruolo ricopre?
Gioco con la Polisportiva Taurianovese nel campionato di promozione, anche se non c’è stata proprio una continuità tra gli inizi e adesso poiché per un anno ho fatto parte di un’altra squadra che milita in Prima Categoria, anche se ora sono due anni che sono tornato al Taurianova. Qui sono terzino destro e anche difensore centrale, anche se riesco con una certa facilità ad adattarmi ad altri ruoli a seconda delle esigenze della squadra, ad esempio posso giocare come terzino sinistro o esterno di centrocampo.

Quali sono i suoi giocatori preferiti?
Apprezzo talmente tanti giocatori che non saprei quale posso definire ‘il preferito’; pur non essendo interista, mi piace il modo di giocare di Maicon, poi apprezzo Bale, Thiago Silva, Iniesta, Giovinco. Il giocatore con il quale riscontro una somiglianza per attitudini è Chiellini che si adatta ai ruoli di centrale di difesa e terzino; al di là dell’aspetto tecnico, poi, mi incanto ad osservare la sua tenacia, la decisione con cui si spende per la squadra contro gli avversari. Se dovessi scegliere il profilo del giocatore che vorrei avere, sceglierei proprio questo di Chiellini e sto lavorando molto in questa direzione.

Quali valori è riuscito a trasmetterle lo sport?
Lo sport, ma in particolare il calcio, mi ha trasmesso lo spirito di sacrificio: credo fermamente che solo con i sacrifici e l'umiltà si possa andare avanti ottenendo dei risultati positivi. Mi ha dato, poi, l’opportunità di credere nello spirito di gruppo, convinto come sono che non sia il singolo a far vincere una squadra, ma la capacità di ogni giocatore di reinventarsi e spendersi per la squadra stessa, senza protagonismo, credendo nell'amicizia e dimostrando l’amore per la maglia che si indossa.

Riesce a portare questi valori nella vita di tutti i giorni?
La realtà in cui viviamo non è per niente facile, nel mio piccolo cerco di portare nella vita i valori che mi ha dato lo sport. Ritengo che soprattutto per noi giovani essi possano essere un’ancora di salvezza, o meglio, una possibilità di risollevare le cose; nonostante la purezza dei valori dello sport, infatti, ogni settimana sui campi della nostra regione, ma non solo, si verificano degli episodi di violenza che non hanno nulla a che vedere con il mondo del calcio. Che sia violenza tra tifosi, o come accade nelle realtà più piccole problemi tra spogliatoi, sono tutte azioni che evidenziano problematiche lontane dal mondo del calcio, più legate a un ambiente che solo con tanta forza e avendo ben salde le idee si potrà cambiare.

Qual è il suo sogno dal punto di vista professionale?
Già di recente in realtà si è realizzato un mio sogno: tornare a giocare nello Stadio Matteotti di Taurianova, infatti, nonostante la struttura ci fosse, abbiamo trascorso cinque anni di pellegrinaggio su e giù per i vari campi della Piana prima che si risolvessero una serie di inghippi burocratici e ci restituissero il nostro stadio. Personalmente il mio sogno consiste nel portare la squadra del mio paese nel campionato di Eccellenza!

E per il futuro?
Sono abituato a vivere il momento e a non pensare troppo al mio futuro! Spero che tra un paio d'anni il calcio faccia ancora parte della mia vita anche se so benissimo che non sarà facile ‘vivere di calcio’ a questi livelli. Nonostante ciò sento questo sport parte di me, lo è stato da quando ho tirato il primo calcio ad un pallone ed è riuscito a regalarmi e ancora mi regala emozioni indescrivibili.





Pubblicato sul numero 10 anno X di Mezzoeuro

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