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domenica 13 febbraio 2011

Bum Bum Bum, arriva il 'chiasso' dei Takabum (Bruna Larosa)


L’ultima apparizione cosentina in ordine di tempo è stata l’esibizione per l’Unicef lungo corso Mazzini, lo scorso dicembre, ma i Takabum c’erano anche a Laino Borgo dove hanno aperto il concerto di Paolo Fresu e a Roma con un’esibizione al Festival Dea Ebe. Proponendo la loro musica sono stati presenti in alcune tra le più belle città d’Italia, riscuotendo un successo quasi inatteso!


Sarà che sui loro cilindri troneggiano degli allegri fiori di girasole, il motivo per cui tutti rimangono colpiti dalle esibizioni dei Takabum? Sarà per la loro musica, talmente coinvolgente da modificare anche l’andatura dei passanti più seriosi, trasormandola in un ‘ondeggiare’ ritmato?


Insomma ogni artista ha il suo segreto, figuriamoci quando ci si imbatte in una band di ben otto elementi! L’impresa di sdoganare il mistero, però, non ci ha spaventato e abbiamo incontrato i Takabum per cercare di carpire la formula magica della street-band cosentina. Nascono come gruppo da un’idea di Giuseppe Oliveto, che suona il trombone e di Marco Mazzuca, sax baritono. ‘Quando si vuole creare qualcosa è essenziale avere un’idea di fondo e delle competenze, grazie alle quali sviluppare il progetto’. Giuseppe e Marco provengono da realtà musicali diverse, uno porta con sé l’abilità di compositore, l’altro la conoscenza delle nuove tecnologie, sembrano attitudini difficilmente conciliabili, forse proprio per questo, nelle mani dei due artisti, hanno dato vita ad inediti e frizzanti esperimenti sonori. La novità è folgorante e l’intento viene condiviso dagli altri componenti che, via via, sono andati a costituire la formazione attuale, ma forse ancora non definitiva, dei Takabum.


Si tratta, oltre Giuseppe e Marco, di Gianfranco De Franco, che suona sax contralto e clarinetto, Mario Gallo, sousaphone, Alberto La Neve, baritono e sax, Luigi Paese, tromba, Francesco Montebello, cassa, Giovanni Afflisio, percussioni. Tutti musicalmente maturi al punto da affrontare pezzi originali e diversissimi tra loro in un repertorio che varia dal funky al jazz fino a toccare le sonorità balcaniche, senza mai tradire le proprie origini.


Un mix che affascina e accompagna chi li segue e chi li incontra occasionalmente sulla propria strada. ‘La bravura strumentale quando si è una street-band, ci confida Giuseppe, deve essere indubbia, solo così ci si può dedicare con serenità al rapporto con il pubblico e affrontare dei cambiamenti non programmati che sul momento sembrano più opportuni rispetto allo standard’. Parlare con i protagonisti fa capire che si deve partire da binomi imprescindibili: stupire e comunicare, coinvolgere e affascinare, divertirsi e divertire; si dimostra così una bravura che non è più fine a se stessa, un’abilità musicale che non si chiude in una vetrina, ma corre incontro al suo pubblico, per farsi ammirare e per ammirare lei stessa la vita che le scorre intorno.


Le esibizioni dei Takabum presuppongono e scoprono ogni volta un pubblico pirandelliano: pronto a riconoscersi protagonista di questo trenino o di quel balletto, seguendo le sonorità dell’instancabile band, capace di improvvisare e ricreare la loro musica in una sfida per le propria capacità e per il divertimento degli spettatori. Che ogni artista abbia il suo segreto e che i Takabum continuino a conservare il loro, se a ciò corrisponde questa musica bella e buona!

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