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lunedì 30 maggio 2016

Festa dei Popoli in Tour

Articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud del 24 maggio 2016


La Festa dei Popoli varca i confini dell’Unical per aprirsi a tutta la regione: sono diversi i comuni che vogliono offrire agli studenti internazionali l’opportunità di visitare le bellezze del proprio territorio e di ospitarli per creare momenti di incontro e dare ai propri cittadini la possibilità di confrontarsi con le loro esperienze lontane. I ragazzi saranno ospiti del comune di Santa Severina, piccola perla culturale della provincia di Crotone, qui avranno modo di osservare l’antico borgo medioevale e di arricchire il loro bagaglio di esperienze in Italia. Nei giorni successivi raggiungeranno la costa ionica cosentina ospitati dal comune di Corigliano Calabro, dove potranno ammirare il maestoso castello e il caratteristico centro storico. Ci sono anche altri comuni che hanno offerto la propria ospitalità e al momento l’università sta vagliando le diverse opportunità che si sono designate. «Per valorizzare questi incontri al di fuori della realtà accademica – spiega Marcello Fiore, responsabile delle attività culturali, sportive e di integrazione dell’Unical – vengono realizzati dei rapporti formali tra l’università e i comuni che vogliono offrire un’occasione e agli studenti e ai cittadini: il nostro obiettivo è e rimane sempre quello di proporre ai nostri ragazzi esperienze realmente formative». La Festa dei Popoli fin dalla sua prima edizione, avvenuta negli anni ’80, ha dato un grande valore alla diversità culturale come fonte di apertura e di opportunità per confrontarsi e per acquisire una conoscenza concreta di usi diversi e lontani per gli studenti internazionali e per quelli italiani. Una settimana di parole, sport, menù caratteristici, danze e spettacoli tradizionali, negli anni hanno dato una dimensione realmente internazionale all’Unical. E così quella che sembrava un’ambizione per l’università di Arcavacata, oggi è diventata realtà: nel campus attualmente coesistono sessanta diverse nazionalità, con provenienze da tutti e cinque i continenti. Un fermento che non può lasciare indifferente il territorio che, attraverso l’ospitalità per gli studenti internazionali, chiede l’opportunità di far avvenire lo scambio interculturale in sedi diverse da quella universitaria. Far conoscere e valorizzare le differenze sembra quindi un primo passo verso l’integrazione e, inoltre, l’idea di riuscire a portare gli studenti in contesti caratteristici della nostra terra risulta un momento altamente costruttivo poiché «permette loro di poter conoscere e ammirare località che – commenta ancora Fiore –probabilmente i ragazzi avrebbero difficoltà a raggiungere pur riconoscendovi delle peculiarità storiche e architettoniche assolutamente degne di attenzione». Quest’anno la manifestazione che si è tenuta all’Unical ha avuto il supporto di realtà esterne all’università, coinvolgendo ASeCo, associazione Senegal-Cosenza, Africa in Calabria, Don Matrangolo e il Dipartimento immigrazione CGL, con lo scopo di sensibilizzare gli studenti italiani verso situazioni difficili che purtroppo appartengono anche ad alcuni degli studenti attualmente nel campus. «Trasferire il clima di amicizia e condivisione che si è respirato al centro residenziale nelle cittadine che hanno offerto la loro ospitalità in una sorta di gemellaggio con l’università – conclude Fiore - sarà un momento culturale di profondo valore che vedrà protagonisti i nostri giovani studenti, alcuni dei quali provenienti da realtà molto difficili e controverse, e preziose particolarità architettoniche che possono essere visitate e vissute in una chiave inedita».

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