Articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud del 24 maggio 2016
La
Festa dei Popoli varca i confini dell’Unical per aprirsi a tutta la regione:
sono diversi i comuni che vogliono offrire agli studenti internazionali
l’opportunità di visitare le bellezze del proprio territorio e di ospitarli per
creare momenti di incontro e dare ai propri cittadini la possibilità di
confrontarsi con le loro esperienze lontane. I ragazzi
saranno ospiti del comune di Santa Severina, piccola perla culturale della
provincia di Crotone, qui avranno modo di osservare l’antico borgo medioevale e
di arricchire il loro bagaglio di esperienze in Italia. Nei giorni successivi
raggiungeranno la costa ionica cosentina ospitati dal comune di Corigliano
Calabro, dove potranno ammirare il maestoso castello e il caratteristico centro
storico. Ci sono anche altri comuni che hanno offerto la propria ospitalità e
al momento l’università sta vagliando le diverse opportunità che si sono
designate. «Per valorizzare questi incontri al di fuori della realtà accademica
– spiega Marcello Fiore, responsabile delle attività culturali, sportive e di
integrazione dell’Unical – vengono realizzati dei rapporti formali tra
l’università e i comuni che vogliono offrire un’occasione e agli studenti e ai
cittadini: il nostro obiettivo è e rimane sempre quello di proporre ai nostri
ragazzi esperienze realmente formative». La Festa dei Popoli fin dalla sua
prima edizione, avvenuta negli anni ’80, ha dato un grande valore alla
diversità culturale come fonte di apertura e di opportunità per confrontarsi e
per acquisire una conoscenza concreta di usi diversi e lontani per gli studenti
internazionali e per quelli italiani. Una settimana di parole, sport, menù
caratteristici, danze e spettacoli tradizionali, negli anni hanno dato una dimensione
realmente internazionale all’Unical. E così quella che sembrava un’ambizione
per l’università di Arcavacata, oggi è diventata realtà: nel campus attualmente
coesistono sessanta diverse nazionalità, con provenienze da tutti e cinque i
continenti. Un fermento che non può lasciare indifferente il territorio che,
attraverso l’ospitalità per gli studenti internazionali, chiede l’opportunità
di far avvenire lo scambio interculturale in sedi diverse da quella
universitaria. Far conoscere e valorizzare le differenze sembra quindi un primo
passo verso l’integrazione e, inoltre, l’idea di riuscire a portare gli
studenti in contesti caratteristici della nostra terra risulta un momento
altamente costruttivo poiché «permette loro di poter conoscere e ammirare
località che – commenta ancora Fiore –probabilmente i ragazzi avrebbero
difficoltà a raggiungere pur riconoscendovi delle peculiarità storiche e
architettoniche assolutamente degne di attenzione». Quest’anno la
manifestazione che si è tenuta all’Unical ha avuto il supporto di realtà
esterne all’università, coinvolgendo ASeCo, associazione Senegal-Cosenza,
Africa in Calabria, Don Matrangolo e il Dipartimento immigrazione CGL, con lo
scopo di sensibilizzare gli studenti italiani verso situazioni difficili che
purtroppo appartengono anche ad alcuni degli studenti attualmente nel campus. «Trasferire
il clima di amicizia e condivisione che si è respirato al centro residenziale nelle
cittadine che hanno offerto la loro ospitalità in una sorta di gemellaggio con
l’università – conclude Fiore - sarà un momento culturale di profondo valore
che vedrà protagonisti i nostri giovani studenti, alcuni dei quali provenienti
da realtà molto difficili e controverse, e preziose particolarità
architettoniche che possono essere visitate e vissute in una chiave inedita».
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